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E quindi? Cosa ci raccontano gli Erasmus, sesso-droga-rock’n’roll per antonomasia? Pur senza droga e senza rock’n’roll, la Scandinavia regna sovrana sull’esperienza più folle e concentrata che si possa fare dal punto di vista sessuale: la cosiddetta “TROMBONAVE”.

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Etimologia e istruzioni per l’uso

StudentiFuori HOTLINE #3: Anche l’appartamento norvegese è HOT

…e non è un particolare tipo di imbarcazione. Funziona così: si aspetta la primavera per scongelare l’ormone e ad aprile si mettono TUTTI gli Erasmus dell’intera Scandinavia su una nave da crociera a tre piani in cabine da quattro ciascuno. La mente diabolica è sempre quella dell’ESN, che però fu un fantasma, organizzatore invisibile di questa assurdità.

Ci fecero partire da Stoccolma. Noi di Oslo prendemmo un comodo treno NSB dell’alba ed una volta arrivati nella capitale svedese ci lasciarono a malapena tre ore per sfamarci e cercare di visitare la città, per poi recarci al porto, nel pomeriggio, e incontrare il delirio più totale. Un serpentone lunghissimo di ragazzi e ragazze a tutto gas si dimenavano verso lo sportello dei controlli, dove ad ognuno veniva consegnato un simpatico cofanetto di plastica con all’interno…un preservativo. Spudorati! Oltre al salvagente di quella che in realtà l’ESN ci aveva spacciato per “Sea Battle” (decidete voi se battle sta per battello o battaglia) avevamo anche un voucher che ci permetteva di accedere gratuitamente al buffet comunitario delle ore 18:30. Un po’ prestino per iniziare a mangiare, pensammo. Quando scoprimmo che, oltre al buffet libero, c’era pure l’open bar.

L’inizio della fine

Il coraggioso piano consisteva arrivare sani e salvi il mattino successivo a Tallinn per poter visitare la capitale estone in sei ore, poi tornare a bordo per una seconda notte di scintille e scendere nuovamente in Svezia. La prima sera non ci siamo neppure fatte belle prima di cena, sperando di sopravvivere per essere in grado di farlo dopo. Sì, il mio piccolo gruppo era composto di sole donne incredule di ciò che stava avvenendo. Cibo gratis dopo mesi di riso bollito, broccoli lessi e salmone, ma soprattutto: alcol a fiumi. “Ragazze stiamo attente a non mischiare, altrimenti è finita qua”… seguì una grassa risata ed una piramide di bicchieri di vino rosso, bianco, rosato, con le bollicine, senza, birra, sidro e chi più ne ha più ne metta. Più che una cena era una sfida contro il tempo perché alle 20:45 l’incantesimo si sarebbe spezzato: era una dichiarata spinta verso la totale assenza di ogni freno inibitore. Il dimenarsi fra cori di ogni genere e lingua, primi sguardi e conoscenze, beh, faceva perdere qualche minuto prezioso. Cibo, alcol e ragazzi. In quattro mesi si erano create amicizie straordinarie, ma ci lamentavamo non poco dello scarso sex appeal dei nostri compagni “di Oslo” che non dimostravano il benché minimo interesse nel soddisfare le nostre voglie.

Sfatiamo il mito, anche se spero non valga per tutte le generazioni: gli Erasmus stranieri che vanno verso la Norvegia sono adorabili, ma poco “uomini”.

Così, uscimmo da quella sala che già gattonavamo e ridevamo come oche giulive. Non contente, prima di tornare in cabina per trucco e parrucco passammo al duty free che chiudeva alle 22. La serata era APPENA iniziata. La nebulosa confusa delle 22:30 ha contorni di vari colori fatti di ombretti, collant e canzoni a squarciagola. Partimmo in esplorazione ad orari imprecisati, i corridoi tutti uguali su ogni piano non aiutavano l’orientamento, ma promettemmo di non smarrirci a vicenda. E fummo abbastanza brave…non potremmo dire altrimenti della seconda serata. Perdemmo la concezione spazio temporale, il conto delle persone che si conoscono, incrociano, a cui dici il tuo nome, con cui balli nelle mega discoteche in cui ti scateni…nella maggior parte dei casi con cui finisci a letto. E ci vuole sincronia, perché qualcuno ormai esausto può restare a sulla moquette del corridoio di fronte alla porta della propria stanza occupata da chissà quale coppia.

Morale della favola

E’ una visita multiculturale, non c’è che dire. Un consiglio spassionato: se siete fidanzati restate a casa. Ottima l’opportunità di pagare così poco per visitare due città in un colpo solo, ma l’osservazione non partecipante di questi fenomeni antropologici non è il massimo del divertimento. Nella perversione di una specie di rapimento a cui abbiamo dato il consenso, anche quello del sesso è un modo che in Erasmus permette di conoscere abitudini diverse, approcci nuovi, atteggiamenti discutibili o più apprezzabili… sempre che te ne possa ricordare la mattina dopo!

Pollici in su: furono tutti molto romantici, questi stranieri. La maggior parte faceva gran complimenti e sussurrava paroline dolci nonostante la scarsa quantità di tempo dedicata ai preliminari. Ma anche tanti lati negativi: qualcuno, un po’ troppo emozionato, come dire, non portò a termine la missione. Ancora peggio, forse, più del 90% degli “amanti”, pur vivendo una situazione di estremo “pericolo”, si rifiutarono di utilizzare il preservativo. Opportunamente spronati dalle ragazze, spesso non furono in grado di indossarlo, o, quantomeno di non lesionarlo. Ragion per cui più di qualche ragazza fece tappa nelle farmacie di Tallinn, il mattino seguente, per richiedere la pillola del giorno dopo, per cui, fortunatamente, non è necessaria la ricetta, in Estonia.

Qual’è, secondo voi, la motivazione di questa scelta? E di questa incapacità? Parlo a voi, uomini! Forse gli italiani sono più assennati?

Strano ma vero, dopo quelle due notti di fuoco sono nate amicizie e addirittura papabili relazioni che si trasformarono in una lunga serie di incontri a venire. Destinate a morire sin dal principio, però, perché l’effimero fu la caratteristica principe: stava lì tutto il bello del poter stare con qualcuno/a solo perché si sa perfettamente che una volta spuntato il sole non sarai più in grado neppure di riconoscerlo/a, oppure non riuscirai ad incontrarlo/a di nuovo, neppure a cercarlo/a.

Condividete con noi le vostre opinioni e la versione di questa follia se avete avuto il “privilegio” di viverla!


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