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Se vi separate dall’amico, non addoloratevi, perché la sua assenza vi illuminerà su ciò che in lui amate.

Kahlil Gibran

E’ arrivato quel momento. Le graduatorie sono uscite, e tra i felici per la futura partenza trovo anche tanti nomi di persone a me care. Ovviamente nel decidere il proprio percorso di studi ognuno fa scelte differenti: prendere questo o quel corso, seguire un determinato tirocinio, inserirsi nei gruppi di studio, ed infine, i più temerari si lanciano verso nuove mete, attirati dal richiamo di lontane (più o meno), sconosciute (forse), diverse (può darsi) mete.

Tra chi resta, ci sono io. Io che per motivi diversi ho fatto scelte che mi hanno portato a guardare la nave che salpa dalla banchina. (E no, non è la trombonave di Oslo). E sulla nave ci sono tante vite, tante direzioni, mentre io dalla terraferma la guardo allontanarsi piano piano, fino a sparire nell’orizzonte e mi addentro in riflessioni che hanno uno strano sapore: perché, se da una parte Erasmus vuol dire fare nuove esperienze e mettersi alla prova in una terra straniera, quando chi parte è una persona cara, può anche significare cambiare, e in un certo senso mettersi alla prova in un luogo che è tutt’altro che sconosciuto.

E se quando torna è cambiato?

Quando Erasmo dedice di partire: l’Erasmus visto da chi resta

Ovviamente, un’esperienza di 6, 7, 8, 9, 10 mesi porta delle modifiche, in una persona di 20 anni. Quello che mi domandavo io è “e se il cambiamento fosse così totale da portarmi a non essere più “sulla stessa lunghezza d’onda” con una persona che prima era come un fratello/ sorella?”. Domanda che forse può risultare stupida, ed in effetti, mentre scrivo questo paragrafo un po’ stupida mi sento. Ma è normale, quando ci si avvicina a grandi cambiamenti, avere paure che in altre situazioni ci sembrerebbero irrazionali. Il cambiamento 99 probabilità su 100 ci sarà, ma anche chi sarà rimasto a casa avrà affrontato nuove situazioni che l’avranno portato a cambiare, senza rendersene conto. La cosa certa è questa: se in gioco ci sono dei sentimenti forti, la lontananza e i cambiamenti non saranno niente, a confronto del ritrovarsi di nuovo insieme. Probabilmente quei 5-6-7-8-9-10 mesi passeranno talmente veloci da non darci nemmeno il tempo di realizzare la lontananza; e, in più, come scrivevo in La nostalgia dell’universitario esistono talmente tanti mezzi per accorciare le distanze che alla fine sarà più il vantaggio ricevuto da queste, piuttosto che il danno: Skype, i social network, i viaggi low cost, giusto per citarne alcuni. E anche così le lontananze si accorciano, e i momenti si vivono insieme.

E se poi fossi da sola?

Anche questa è una paura legittima, ma, tornando alla domanda precedente, lo è solo perché in certi momenti la paranoia ha il sopravvento sulla realtà; se ti è capitato di pensarlo, perché, come è successo a me, hai alcuni dei tuoi più cari amici che andranno sparsi per il mondo, e tutti nello stesso periodo, non ti abbattere più di tanto: ricordati che sei uno studente universitario, e se vuoi puoi rinnovare le tue cerchie di amici. Anzi, approfitta della tua sensazione di solitudine anche per rafforzare quei rapporti che prima non avevi avuto modo di approfondire. Tutto ha sempre un lato buono!

E tra le paranoie della studentessa riflessiva, ecco una serie di consigli per affrontare il periodo di cambiamenti:

#1 REINVENTATI!

Se hai paura della solitudine, dei cambiamenti, se ti vedi sommergere dal grigiume, la cosa migliore che puoi fare è trovare un modo per riscoprire quelle parti di te che magari avevi lasciato da parte oppure quelle attitudini che non avevi mai considerato per mancanza di tempo o voglia: NUOVO MANTRA: LA SOLITUDINE NON E’ SEMPRE UN MALE.

#2 BUTTATI!

Sai cosa ho imparato dai miei amici ex-erasmus? Che buttarsi non è un male: quindi non credere di essere un idiota, o meglio, ricorda che non sei l’unico idiota, e lanciati: lanciati in nuove esperienze, nuovi posti, nuovi amici.. La solitudine va bene, ma ci si diverte di più con gli altri. Quindi non avere paura a cambiare giri e posti. Chissà, magari nasceranno grandi cose da questo “erasmus-italiano”. NUOVO MANTRA BIS: HAI IL 50% DELLE POSSIBILITA’ DI FARE FIGURE DI M***A, E L’ATRO 50% DI FARE UNA GRANDIOSA NUOVA ESPERIENZA. IMPARA A GUARDARE IL BICCHIERE MEZZO PIENO.

#3 VAI ZIA ASSUNTA!

Quando parto dalla mia amata Parma per andare qui e lì in giro per l’Europa, tendo a fare valige che farebbero invidia alla più meridionale delle zie (ecco perché il soprannome “zia Assunta”, coniato da una mia carissima amica) Questo per dire: impiega i tuoi risparmi per viaggi low cost verso i tuoi amici lontani: più amici erasmus hai, più appoggi in città lontane hai (utilitaristico il ragionamento, sentimentale lo spirito da cui parte). NUOVO MANTRA TER: SE VAI IN AEREO, OCCHIO AL PESO DELLA VALIGIA. NON PORTARTI CIBO SE VAI IN AUSTRALIA.

Quindi, mentre guardi l’orizzonte dalla tua banchina, ricordati questi consigli.. E soprattutto, pensa che un giorno dall’orizzonte scorgerai la stessa nave tornare indietro.

A chi parte, intanto, dico: divertiti studente erasmus!


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