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Governo nuovo, ministro dell’istruzione nuovo. Il 22 febbraio scorso, dopo aver ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Matteo Renzi ha selezionato una nuova compagine di ministri. A chi è toccato l’arduo compito di occuparsi del dicastero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca? A sostituire Maria Chiara Carrozza è stata scelta una linguista e glottologa, Stefania Giannini. Scopriamo chi è questo nuovo ministro che, in quanto studenti, ci riguarda più da vicino.

Il profilo accademico…

Lucchese, classe 1960, il nuovo ministro Stefania Giannini ha un profilo per certi aspetti simile al suo predecessore: entrambe toscane, entrambe ex-rettrici. La carriera accademica della Giannini inizia nel 1991, quando diviene Professoressa Associata di Glottologia e Linguistica all’Università per Stranieri di Perugia; l’anno successivo conquista la cattedra di Fonetica e Fonologia e dal 1994 al 1998 ricopre quella di Sociolinguistica. Nel 1999 diventa professore ordinario di Glottologia e Linguistica e acquisisce la titolarità della cattedra di Linguistica generale presso l’Università di Perugia, dove tra il 2000 e il 2004 dirigerà il Dipartimento di Scienze del Linguaggio. La carica di rettrice, all’Università per stranieri di Perugia, arriva il 1º ottobre 2004 e dura fino all’aprile del 2013. Durante il periodo di rettorato molti sono stati gli incarichi prestigiosi, anche a livello internazionale. Dulcis in fundo, nel 2010, è diventata presidente della Società Italiana di Glottologia. Una carriera ricca, dunque, quella del nostro nuovo ministro. Ma non è finita qui.

…e quello politico

Luci e ombre del neoministro GianniniGià, non è finita qui perché Stefania Giannini è anche una politica: in questo campo la sua esperienza è iniziata solo lo scorso anno, quando, candidata in Toscana nella lista Con Monti per l’Italia alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, viene eletta senatrice della Repubblica. Il 16 novembre dello stesso anno, l’Assemblea di Scelta Civica la nomina nuova segretaria e coordinatrice politica del partito. Vista la poca esperienza nel mondo della politica avrà la calma e la fermezza giuste per affrontare il delicato compito che le è stato assegnato? È troppo presto per poter dare una risposta ma possiamo già capire dalle dichiarazioni che ha rilasciato in questi giorni quali sono i suoi propositi e quale sarà la sua linea di condotta.

La ricreazione è davvero finita?

Da quando è entrata in politica, Stefania Giannini ha mantenuto un profilo piuttosto basso e ha parlato poco, soprattutto di scuola. Ma subito dopo il giuramento al Quirinale scherzando con i giornalisti ha messo tutti in guardia: «La ricreazione è già stata sin troppo lunga. Non dimentico di essere stato un rettore voglio far capire che l’istruzione dall’infanzia all’università è la base». E, parlando con Fabrizio Roncone, giornalista del Corriere della Sera, subito dopo la sua nomina, ha detto: «Non c’è bisogno di un’altra riforma. Bisogna lavorare su punti strategici: diritto allo studio per gli studenti e al merito per i docenti, investire nella ricerca, pensare all’edilizia scolastica». A pochi giorni dal suo insediamento, ad esempio, ha preso posizione su una questione molto importante per le future matricole ma anche molto dibattuta: il famigerato bonus maturità. «Lo studente – ha dichiarato il neo ministro al Corriere della Sera il 25 febbraio scorso – non deve andare al’ università vergine, ignorando tutto quell’occasione che ha fatto prima: il voto di maturità non è altro che la sintesi di quanto fatto nei precedenti anni della carriera scolastica. Quindi deve esserci». Da queste poche dichiarazioni pare abbia le idee molto chiare: dove sta l’inghippo?

È tutto oro quello che luccica?

Gli inghippi ci sono, eccome! Partiamo dalla questione più spinosa: il bonus di maturità. Le dichiarazioni sul sì al bonus hanno suscitato non pochi malumori tra gli studenti: le maggiori organizzazioni studentesche non ci stanno e uniscono il parere negativo sul bonus maturità alla battaglia contro il numero chiuso.

Pochi giorni fa, inoltre, il neoministro, nel corso di una trasmissione radiofonica su Radio1, ha lanciato la proposta di equiparare gli stipendi degli insegnanti italiani alla media europea. Fin qui nulla da ridire se non fosse che insieme a questa proposta la Giannini ne ha fatta un’altra, quella cioè dell’uguaglianza tra scuole pubbliche e scuole paritarie. Uguaglianza che si tradurrebbe, in sostanza, dando un maggiore contributo alle scuole non statali o alle famiglie che iscrivessero i figli nelle scuole non statali, per ovviare alle garanzie di imparzialità e di livello di offerta formativa offerte dalla scuola statale ma che in quelle paritarie mancano. Vista la difficile situazione che vivono le scuole statali, non sarebbe più utile far confluire i fondi in questo settore al fine di potenziarlo come si deve?

Cattivi umori hanno, infine, provocato le idee che la Giannini ha dichiarato al quotidiano la Repubblica sugli strumenti con cui finanziare il diritto allo Studio Universitario: secondo il neoministro, la soluzione potrebbe essere istituire un fondo nazionale per borse di studio (erogate anche nella forma del prestito d’onore), che permettano e incentivino sia la mobilità nazionale degli studenti che la mobilità internazionale.

Che dire? Il nuovo ministro è in carica da una decina di giorni e già ha scaturito tante polemiche…chissà cosa succederà nei prossimi mesi!


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