In ogni casa di ogni fuori sede in ogni città universitaria si ripetono sempre le stesse frasi...quali? Queste!

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Il vocabolario del fuori sede cambia drasticamente dopo il passaggio vita da liceale/vita da fuori sede; quando mai ti è successo di pronunciare la parola “coinquilino” durante gli anni del liceo? O quanto spesso parlavi di “affitto”, “bollette”, “idraulico”, “lavatrice”? Mai, o quasi mai!

Poi ci sono le frasi topiche, quelle che in ogni casa di fuori sede vengono pronunciate almeno un paio di volte al giorno/a settimana, quelle frasi che ci uniscono e travalicano le barriere geografiche e delle facoltà, che ci fanno sentire tutti una grande famiglia di fuori sede (talvolta disperati!), tipo queste…

#1 “Quando parti?” / “Quando torni?”

Il fuori sede si divide in tre categorie: il fuori sede a lungo raggio, a medio raggio e a breve raggio. C’è chi ha la casa Natale a 1000 e passa km dalla città universitaria, e quindi torna poche volte all’anno, ci sono quelli che stanno a “media distanza” che si possono permettere di tornare una volta al mese, e chi abita ad un oretta di treno che torna tutti i week end. Se fai parte di questa categoria di fuori sede la tua settimana universitaria viene scandita dai tuoi coinquilini più o meno in questo modo:

DOMENICA: “Oh, sei arrivato!”
MERCOLEDI: “Quando parti?”
GIOVEDI: “Parti domani allora? Quando torni?”
VENERDI: “Quindi quando torni?”

E si ricomincia, in loop!

#2 “Chi deve lavare la cucina oggi?”

I terribili turni delle pulizie… Quelli. C’è chi li segna in modo certosino su un foglio da attaccare al frigo (onde evitare di vivere in un porcile) e chi la prende con più filosofia e pulisce “al bisogno”. Non importa come vi gestite in casa, ad un certo punto un coinquilino, nella calma di un pomeriggio di studi, chiederà “Chi deve lavare oggi la cucina?”… Balle di fieno che rotolano e panico negli occhi!

Le 10 frasi più pronunciate in una casa di fuori sede (parte 1)

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#3 “Quanto ti devo per la spesa?”

Che tu la faccia in comune con i tuoi coinquilini, o che vi dividiate solo il necessario, ogni due giorni circa, verso l’ora di cena nelle case dei fuori sede rimbomba questa frase “Quanto ti devo per la spesa?”. Tragedy begins. Se tu sei il poverino a dover ricevere i soldi preparati ad avere una tonnellata di monetine nel portafoglio!

#4 “In settimana facciamo una cena?”

Ai tempi del liceo ti dipingevano la vita da fuori sede come una specie di American Pie: feste tutte le notti, fiumi di alcool, ragazze/i bellissime/i pronte/i a buttarsi ai tuoi piedi, soldi infiniti e pazzie a tutto andare. Eeeee, no. Non proprio. Ti sei accorto dopo qualche mese di bagordi che la vita da fuori sede è si questo, ma anche tanto altro. Responsabilità, conti, relazioni sociali imposte, studio, litigate. Ma in fondo è bellissimo vivere fuori sede, no? Nonostante tutto e tutti, a cadenze più o meno regolari, tu o uno dei coinquilini deciderà di organizzare una cena/festa in casa, e quindi “In settimana facciamo una cena? Oh, una roba tranquilla che abbiamo gli esami…”. E la serata finisce alle 6 del mattino!

Le 10 frasi più pronunciate in una casa di fuori sede (parte 1)

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#5 “Dobbiamo chiamare il padrone di casa per…” / “Chi lo chiama?”

Il padrone di casa, quell’essere mitologico che pensa agli studenti fuori sede come se fossero marziani, esseri che si abituano facilmente a qualsiasi condizione di vita e a qualsiasi tipo di mobilio. Che tu abbia un padrone gentile o uno un pochino più odioso, prima o poi capiterà di doverlo chiamare, e scatta la domanda “Chi lo chiama?”. E dopo una lunga e attenta selezione dei coinquilini presenti si propenderà per il più diplomatico. Oppure semplicemente per quello che ha più credito sul cellulare.

#6 “Dai esco, ma faccio presto perché domani devo studiare”

Messaggino su WhatsApp delle 21: “Birretta tranquilla stasera?”. Premettiamo che quando un tuo amico ti scrive per proporti un qualcosa di tranquillo, la serata sarà devastante… Non so perché, deve essere una specie di contrappasso dantesco dei fuori sede. Quindi, dopo aver ponderato il da farsi, l’ora in cui ti dovresti svegliare, le cose da fare l’indomani, la risposta sarà: “Dai esco, ma faccio presto perché domani devo studiare”… Altra serata finita alle 6!

#7 “Come faccio a mettere tutta questa roba nella valigia?”

Tempo di partenza per i fuori sede, tempo di “compressioni”. Il fuori sede ha una o due valigie, mai esageratamente grandi ma abbastanza capienti. Ma non importa quale modello tu abbia, se sia espandibile o meno, rigida o morbida, al momento della partenza ci saranno innumerevoli scene di panico: “Come faccio a mettere tutta questa roba nella valigia?”. E finirai per avere: una valigia, uno zaino e un borsone (come minimo).

Le 10 frasi più pronunciate nelle case dei fuori sede (parte 2)

#8 “Sai a quanto la devo mettere la lavatrice?”

Il mostro sacro, la nemica dei fuori sede, anche delle fuori sede più casalinghe e diligenti, prima o poi mieterà delle vittime, prima o poi trasformerà la tua meravigliosa maglietta bianca in una maglietta 0 – 6 anni rosa. Lo farà. E’ la lavatrice! E di solito nelle case c’è il coinquilino più anziano che sa come domarla, e che di conseguenza verrà tartassato da domande tipo: “Come funziona la lavatrice?”, “Sai a quanto devo metterla?”, “Ma il detersivo va qui, o li?”

#9 “Ragazzi è finita la carta igienica!”

La carta igienica, quell’oggetto che solitamente (ma non sempre) si compra in comunità, quell’oggetto che, quando hai urgenza e devi correre in bagno è sempre finito, quella cosa di cui… Non puoi fare a meno! Capiterà spesso di entrare in bagno e notare con una buona dose di tristezza e ansia che è finita la scorta di carta igienica, scene di panico: “E’ finita la carta igienicaaa!”. E di solito, per un antichissima legge di Murphy che colpisce solo i fuori sede, il giorno in cui la carta igienica decide di finire, è anche il giorno in cui lo scottex è sparito (non fare la faccia inorridita, è capitato a tutti di usare lo scottex, e se non ti è ancora capitato… è questione di tempo!) e di fazzoletto ne hai solo uno. Magari usato. ANSIA.

Le 10 frasi più pronunciate nelle case dei fuori sede (parte 2)

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#10 “I vicini si sono lamentati…”

Che tu sia un perfetto fuori sede o un casinaro, i vicini saranno sempre la tua croce. Se fai parte della seconda categoria… Eh… Sopportali, magari hanno ragione. Se invece tu e i tuoi coinquilini siete dei tipi tranquilli che una sera ogni tanto invitano gli amici, sappi che comunque ti urleranno, i vicini malefici. E quindi, il pomeriggio dopo la festa non appena rientrerai in casa dopo una densa mattinata di lezioni, il tuo coinquilino affermerà: “Sono venuti a suonarmi i vicini… Si sono lamentati per ieri sera…”

Guest star: l’immancabile “NON CE LA POSSO FARE”

…e il maiuscolo non è messo a caso. Più che una frase è un atto di fratellanza, supera qualsiasi tipo di barriera geografica, sessuale, religiosa…è un atto di bontà, un modo per dire “Sono nella m… (versione più scurrile ma ugualmente ad effetto), ho bisogno di te, dimmi che anche tu non ce la puoi fare”. E si applica a tutto, a qualsiasi cosa riguardi il fuori sede: dall’esame imminente, al turno delle pulizie, al post sbronza doloroso, alla situazione economica precaria… Il “Non ce la posso fare” è un’implicita e silenziosa richiesta di aiuto. Quando il tuo coinquilino pronuncerà la fatidica frase, tu rispondi “Neanche io”, si sentirà più sollevato.


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