Gli autoctoni, per uno studente fuori sede, sono spesso creature misteriose e spaventose. Ma in fondo...sono esseri umani anche loro!

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Che tu venga dal paesino sperduto sui monti dell’Aspromonte o dal quartiere più chic della tua città questo non cambia…altro che nuove abitudini, nuova gente e nuovi bar; imparare a stirare, cucinare e spazzare, per non morire affamati e annegati da polvere e calzini sporchi.

Ma soprattutto: da chi lo prendo il pane? E se devo cambiare la batteria? Il Peppe, meccanico di fiducia della famiglia da vent’anni, sta a 800 e passa chilometri da qui…e soprattutto, dove trovo quella copisteria “poco pagare, poco domandare”, ma che ti fa risparmiare un sacco di soldini sui libri di testo (restano esclusi coloro che hanno la disgrazia di capitare nelle mani di un professore-editore; mai una gioia, a questo mondo).

Noi (esseri umani), quando non ci troviamo in un ambiente a noi familiare, tendiamo quasi sempre ad essere chiusi verso gli altri. Non importa il carattere, quanto estroversi siamo di base o la nostra provenienza geografica: se non conosciamo nessuno, non lo conosciamo, that’s it!

Primo giorno di università, prima lezione: finite le formalità burocratiche, con in mano il tesserino per la mensa e il libretto (intonso!), ci avviamo alla prima lezione. Panico! Dov’è l’aula?

E qui comincia il disperato giro della sede della facoltà, salvo scoprire che è nella sede staccata, dalla parte opposta della città!

Come fare? Si chiede in giro. Troviamo un gruppo di nostri conterranei e ci sentiamo al sicuro, almeno potremmo condividere l’imbarazzo del momento tutto assieme. Purtroppo le capacità di orientamento cittadine del gruppo sono pari a quelle di un sasso lanciato nello stagno…e quindi?

Si sente nelle vicinanze un accento divenuto troppo familiare: quello della gente del luogo! Non importa che siamo a Siena, Milano, Roma o Urbino, non è il nostro, e lo riconosciamo subito! Se nel gruppo c’è un temerario, si chiede agli autoctoni quale sia la strada e la faremo assieme. In caso contrario, si segue il gruppo dei già citati autoctoni in silenzio.

Dal primo giorno di università, questo sarà un marchio, un dogma: gli autoctoni non sono come noi, non hanno abbandonato amici, famiglie e fidanzati/e per venire in una terra (il più delle volte) gelida e ostile, non capirebbero mai. Niente di più falso! Chi sceglie l’università, sa implicitamente di avere una mente aperta a nuovi concetti e culture. E quindi, se siete disposti a spaccarvi la schiena studiando Saussure, Greimas, Eco e le loro teorie…perchè non scoprire anche perchè quella tale zona si chiama così, o perchè i negozi chiudono alle 19?

Qualche consiglio… banale 🙂

#1 Parlare fa bene, ed evita complicazioni

Convivenza 2.0: come condividere...la stessa città!

E’ la prima regola nei rapporti umani, e vale anche in questo caso: se hai un dubbio, non sai dove si trova la tale via, o quel negozio convenzionato, o la copisteria, chiedi! La risposta più brutta che potrai avere? “Mi dispiace, ma proprio non lo so”.

#2 Niente razzismo al contrario

Convivenza 2.0: come condividere...la stessa città!

I preconcetti non hanno mai fatto bene, e non cominceranno mail. E’ bello, nei momenti di pioggia, ricordare casa, il sole, il mare, le scampagnate…ma se dopo la pioggia spunta il sole, anche nei luoghi freddi, prima o poi arriva l’estate! E potresti scoprire che non è così male.

Specialmente al centro e al nord, non sono tutti come quei signori in camicia e cravatta verde si radunano e osannano il dio Po. Tutt’altro!

Niente preconcetti e mente aperta: potresti anche scoprire che tifate la stessa squadra 🙂

#3 Ridere, ridere sempre!

Convivenza 2.0: come condividere...la stessa città!

Il tuo accento può sembrare buffo? Ti senti preso/a in giro per le vocali “un po’ troppo” aperte e qualche “minchia!” esclamato troppo frequentemente? E a te, che ne pensi della “c” aspirata, che quasi non esiste, o di quell’intercalare, che si chiama come l’organo genitale femminile, detto di continuo?

Non prendere in giro, prendiTI in giro per primo/a! Vale per tutti, autoctoni e non.

#4 No Ghetto..? No Ghetto, thanks!

Convivenza 2.0: come condividere...la stessa città!

Il titolo descrive tutto: non isolarti con i tuoi paesani! Se volevi continuare a sentirti a casa, chi te l’ha fatto fare di venire lontano dai tuoi amici e i tuoi parenti…per poi ritrovarti si tra tuoi conterranei, ma non i tuoi più stretti!

E quelli la, si, son proprio come te…si nascondono sotto la maschera dello stare tra simili ma, sotto sotto, ti vogliono conoscere (e magari gli piaci pure!).

#5 E noi che figli siamo…

Convivenza 2.0: come condividere...la stessa città!

Un masterpiece! La mitica cena di facoltà, che sia di Natale, Pasqua, la morte di quello str… di Diritto Privato o della fine della sessione senza vittime! Di solito in ristoranti economici ma di buona cucina (e buon vino!)…Homer Simpson lo disse in una vecchia puntata: “l’alcool…la causa di, e la soluzione a tutti i problemi della vita”. I salutisti credono di no, ma sta a te far si che la realtà sia la seconda!

Vuoi mettere cantare, sporcarsi la camicia, minacciare il “ti taggo!” sulle foto più compromettenti???


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