Spalancare i propri orizzonti è un po’ come ingrassare: puoi cercare di dimagrire ma ti resteranno le smagliature.
E le smagliature del cervello non si pongono il problema di essere antiestetiche, ma possono avere degli effetti collaterali – tipo guardare a tutto con un certo sdegno, non poter evitare di paragonare la propria realtà a quella lasciatasi alle spalle, eccetera eccetera eccetera.
“Perché se è vero che ogni partenza è tale perché sottintende un ritorno,
ci sono punti irreversibili.”
Ottenendo quasi 200 mila like, questo articolo di Angie Castells, blogger spagnola trapiantata ad Edimburgo, di cui vi propongo una traduzione rivisitata, ha trattato esattamente questi temi. Oltre a ribadire che trasferirsi rendendo la propria vita un perenne viaggio sia stata la migliore decisione mai presa, Angie elenca le 17 cose che cambiano completamente quando hai vissuto per un certo periodo di tempo lontano da casa, dalla tua realtà consolidata.
Perché se è vero che ogni partenza è tale perché sottintende un ritorno, ci sono punti irreversibili.
L’adrenalina non ti abbandona più
“E’ un via vai di emozioni inaspettate e di improvvisazione” scrive l’autrice. In effetti ti senti sempre ad un attimo prima del debutto sul palco, la piece teatrale la scrivi tu con tutte le parole che vuoi, tranne una: routine. Abolita.
Quando torni sembra che nulla sia cambiato
Il che può essere un bene, una delle poche certezze della nostra vita precaria e il piatto prelibato di mamma e il tuo primo unico cuscino, ma anche un male: tu ti muovi, gli altri sono fermi.
Le parole o ti mancano o abbondano
Perché è difficile non eccedere nel racconto fino a dare l’impressione che tu te la stia tirando come pochi, diventando un insopportabile presuntuoso. Così, alla fine, taci. Ed è un peccato per tutte le belle esperienze che vorresti e potresti condividere
Capisci che il valore di una persona è sopravvalutato
Nel senso che per gli altri sei un supereroe. “Io ti invidio, tu prendi, parti, impavido, sei coraggioso!”. Sembra che dove gli altri abbiano riconosciuto solo paure tu abbia visto possibilità. Ma questa, secondo Angie Castells, è capacità al 10%, l’altro 90% è solo voglia. E se hai voglia, sei legittimato a fare qualunque cosa, spendendo le energie a conseguire ciò di cui hai bisogno, e non a trovare scusanti.
Sei più libero
Più che altro si tratta di una sensazione, ormai del tutto diversa. Superati i primi 100km lontani da casa, senti che puoi affrontare qualunque cosa, anche da solo.
Non riesci a parlare una lingua sola
Ci sono alcune parole che riesci a dire solo in inglese, in spagnolo, in giapponese perché hanno dei significati troppo azzeccati che non riesci a tradurre. La tua mente è un minestrone che sceglie la verdura giusta da mettere nel cucchiaio al momento più opportuno!
Impari ad andartene… E a godertela
Capisci, purtroppo, che cambiando spesso il posto in cui vivi tante situazioni si relativizzano e soprattutto tanti rapporti. I legami che credevi più veri e indissolubili, con la lontananza, spesso si spezzano. Non importa. Che il tempo di condivisione con una persona o una città sia stato tanto o poco, resterà sempre un piacevole e veritiero ricordo.
Vivi con un doppione di qualunque cosa
Due SIM card, due tessere per la biblioteca, due conti bancari, a volte addirittura due monete diverse nel portafogli che quando paghi diventa un macello. Conosco gente che ha il doppione della trousse da trucco, delle mutande, dei calzini. Per non portarsi dietro l’indispensabile!
Normale? Che significa “normale”?
“Vivere in un altro Paese ti insegna che ‘normale’ significa ‘socialmente e culturalmente accettato’. Così che “quando ti confronti con un’altra società ed un’altra cultura il tuo concetto di normalità inizia a creparsi” scrive Angie. Scopri che esistono altri modi di fare le cose e tu stesso sviluppi atteggiamenti che non pensavi di poter assumere. Il bello è che acquisirai le tue proprie abitudini, quelle che ti piace avere, non quelle che qualcun altro ti ha inculcato.
Diventi turista della tua città
O forse addirittura del tuo Paese. Ebbene, quell’angolo che non ti saresti mai sognato di andare a visitare diventa il nuovo posto della tua wish-list. Tutto è interessante e degno di essere ammirato.
Impari ad essere paziente e a chiedere aiuto
Vivendo in un Paese straniero, anche l’azione più semplice può diventare impegnativa, specie se non parli la lingua del posto. L’incubo dei documenti di registrazione, l’autobus giusto da prendere. E a quel punto la disperazione non serve: ci vuole spirito di sopravvivenza che il più delle volte coincide col farsi aiutare da qualcun altro.
Il tempo è fatto di piccoli momenti
Perfino il concetto di tempo si deforma. I racconti di chi chiama da casa sembrano scorrere così lenti, mentre la propria giornata scivola dalle mani. Proprio la lontananza, poi, permette di apprezzare al meglio i momenti condivisi con gli altri, che sia una birra o una chiamata Skype.
La nostalgia ti pervade quando meno te lo aspetti
Quante volte ricevo messaggi dalle mie amiche Erasmus della serie “oggi ho rivisto le foto di Oslo/ascoltato le canzoni che cantavamo a Oslo/letto un vecchio messaggio di quanto eravamo ad Oslo, non so come mi è capitato. Sto malissimo, non dovevo!” e da lì la nostalgia si diffonde come la peste bubbonica. Basta un colore, un odore a trasportarti in quel posto, in quell’istante. E sei fritto per un po’.
Non importa dove, ma quando e come
Così capisci che il ricordo non è tanto legato alla magnificenza del luogo, quanto alla situazione in cui l’hai vissuto. Le persone con cui l’hai condiviso, il tuo stato d’animo in quel momento. E capita che tu ce la metta tutta per tornare in una città di cui ti sei perdutamente innamorato la prima volta e rimanere deluso alla seconda visita (motivazione per cui, per esempio, sono due anni e mezzo che dico di voler tornare in Norvegia, ma non ci rimetterò mai piede da sola).
Cambi
Un terremoto (o forse più terremoti!) ha scosso radici, certezze, timori. Lì per lì non te ne accorgi, poi un giorno ti guardi allo specchio e… Sei cambiato, punto e basta.
Casa diventa una valigia
Al primo viaggio ti porti dietro mezza casa. I miei vestiti preferiti, almeno 4 o 5 libri italiani, almeno 30 foto da appendere in camera. Poi gli anni passano e le trasferte si accumulano come gli acquisti, non solo i souvenir, ma lo stretto necessario che ad ogni trasloco hai preferito ricomprare piuttosto che imbarcare al check-in. E le facce da stampare diventano altrettante. Ogni partenza sei carico come un mulo che deve attraversare il deserto. Poi, finalmente, capisci che casa è dove hai lasciato il cuore. E non hai bisogno di portarti altro dietro.
E non torni più
A maturazione completa o livello massimo di follia raggiunta, la comodità non ti interessa più. Preferisci il fascino di un mondo troppo bello e troppo grande per non essere scoperto, e per farlo devi essere leggero… Dentro e fuori.
Photo courtesy of FEMA
Giugno 6, 2014
Poi quando arrivi a trent’anni arriva la crisi! La comodità ti interessa, ti manca e la vita in una valigia diventa pesante! Ma che fai? Torni? Riparti? Cambi idea ogni giorno e fai 50 piani di vite diverse in almeno 2 continenti e 5 città e alla fine molli il colpo e dici “boh, vediamo”.
Giugno 6, 2014
mi rispecchio perfettamente in quello che hai scritto! Complimenti 🙂
Giugno 8, 2014
si credo che importante… sia il Posto scelto..poi si sorride con gente sorridente perchè nella vecchia città il Sorriso ti è sparito da parecchio….quando si cresce..è come le scarpe non ci si stà più allora bisogna cambiarle…
Giugno 9, 2014
Bhè…l Mondo è grande….lo si sente subito se il posto è il tuo….se si sbaglia si cambia subito perchè anche in quel caso lo si sente….ecco credo sia così….ma il vecchio posto quando ci si ritorna..lo vedi con altri occhi…e automaticamente vedi e consideri che si è fatto bene a cambiare…altrimenti si invecchia come un’Arancia non mangiata….ciao Masi forza e Coraggio ci vuole…ed è già abbastanza questo………..
Giugno 11, 2014
Che bell’articolo, mi è servito molto anche perchè tra poco partirò per l’Inghilterra dove staró un mese. Nonostante sia un po’ spaventata, mi sento anche davvero elettrizzata all’idea di trovare un mondo e una vita nuova 🙂
Febbraio 1, 2015
wow..