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Da ottobre ad oggi avrò inviato una cosa come tipo 40 curricula, anche solo per candidarmi a lavori per cui non avevo neanche le competenze: proviamo, mi son detta, tanto non mi chiamano comunque. E poi un giorno mi richiamano invece. Tanto con una laurea in Lettere e una – tra “poco” – in Storia, dove cavolo penso di andare?! Mi sono sempre arrangiata e ho fatto di tutto, proviamo anche questo, male non mi farà. Ed è così che è iniziata la mia esperienza come fanciulla che porta le pizze a domicilio.

#1 Oh, guarda, una ragazza, poverina….

Ma poverina cosa?? Non avete mai visto una donna girare in scooter? Da quando consegno pizze, non so in quanti mi hanno già detto “Oh, una ragazza…mi dispiace averti fatto venire fin qui…” Ok, va bene il sesso debole, ma non stiamo esagerando?! A me piace pure andare in moto, tornare a guidare un cinquantino mi fa ripensare agli anni del liceo, mi sento una teenager! Dopo che spieghi gentilmente ai clienti che non c’è nessuna legge scritta per cui una ragazza non possa consegnare delle pizze, cercano di placare il senso di colpa lasciandoti un euro di mancia. Butta via!

Quando la pizza te la consegna una donna

#2 Il codice della strada

Il luogo comune dei portapizza è “non rispettare il codice della strada”, ed è vero. Le prime volte i miei datori di lavoro si complimentavano con me per la mia velocità nelle consegne, nonostante mi ostinassi a RISPETTARE i sensi unici! Il minimo, visto che solitamente sono abbonata alla multa facile! L’essere donna mi rende diversa già di natura, non guidare né sui marciapiedi o né contromano fanno di me una pecora nera delle consegne a domicilio. Facendo questo lavoro devi inoltre sviluppare una vista bionica: con un occhio guardi la strada e cerchi contemporaneamente di non tamponare nessuno e di rispettare i semafori, con l’altro devi invece controllare i civici e le vie per evitare di dover tornare indietro.

#3 Dlin dlon, pizza! Anche detto “chiappe d’acciaio”

Quando suono ad un citofono, solitamente mi aprono e, sempre solitamente, nessuno scende a prendere le pizze. Inizia così la mia scalata verso la vittoria, fatta di rampe di scale infinite, borsoni contenenti le pizze e solitamente un’altra sporta con le bibite… Ma cari amanti della pizza, è così difficile dirmi a che piano salire? No perché qualche volta mi capita anche di trovare un ascensore, che io userei molto volentieri, invece di farmi cinque piani a piedi carica come un mulo! Cerchiamo di guardare il lato positivo: tra poco avrò delle natiche di marmo, a forza di far scarpinate su e giù per i condomini!

#4 Le mance, la paga

Essere una donna, in questo lavoro ha i suoi lati positivi. Come già detto nel punto primo, il senso di pietà e compassione che suscito – perché, poi?! – mi fa guadagnare più mance del previsto! Per il vil danaro poi ho buttato nel cesso pure la mia dignità femminista e ho iniziato anche a darmi un po’ di trucco… Cosa non si fa per mettere in risalto due occhi verdi! I più fortunati come me, che possono contare su un contratto in regola, arrivano a prendere anche 7.50€ all’ora (solitamente un paio d’ore a sera), altri invece vengono pagati in base alle consegne fatte, e ciò può risultare un’arma a doppio taglio, se i clienti non chiamano. Per quanto riguarda le mance, i giorni fortunati sono quelli del weekend dove si arriva anche a totalizzare una decina d’euro, calcolando circa un euro a consegna in media.

Quando la pizza te la consegna una donna

#5 Pizza a volontà

A fine turno, pizza gratis per me! Non devo spendere neanche i soldi per la cena, e mi piglio pure una bibita. Da evitare una cena del genere tutte le sere, a meno che non si voglia avere un intestino distrutto in poco tempo e diventare una bella mongolfiera!

Foto di: Simon Law e Lewis Ronald

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