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Stavo pranzando tranquilla come al solito col mio gruppo di amiche quando inevitabilmente il cous cous ultrapiccante che avevo preparato mi andò di traverso: argomento di conversazione della giornata, niente po’ po’ di meno, anelli antistupro!
Perplessa e delusa, visto che solitamente sono io che raccolgo e diffondo queste stranezze e colpita inspiegabilmente sul tempo e nell’orgoglio, mi documento subito con una rapida googlata. I racconti dei miei amici erano stati tanto fantozziani quanto eloquenti: anelli da inserire nella vagina che avrebbero aggredito mediante aculei – manco stessimo parlando di mazze chiodate – che neanche la protagonista del film Denti avrebbe mai potuto osare tanto!E invece la mia ricerca ha dato altri frutti, di prodotti non poi recentissimi.

L’anello antistupro

Innanzitutto mi sono imbattuta in questo famigerato anello con aculei… Ma non vaginale come avevo creduto, bensì da mettere al dito, proprio come un gioiello: se ci si trovasse davanti ad un potenziale stupratore, basterebbe pungere l’aggressore con questo anello, il cui ago rilascerà della capsaicina, un composto chimico irritante, che produrrà un forte bruciore ma non la morte. L’invenzione viene dall’India, paese in cui il tasso di aggressione a sfondo sessuale è fuori controllo, e promosso dalla campagna “Save My Sister”. L’anello possiede anche un sistema di controllo radio, per evitare che venga usato impropriamente.

Oggetti antistupro al passo coi tempi

Il preservativo antistupro

Il Rape-aXe è invece un preservativo femminile creato da Sonnette Ehlers, sudafricana e da sempre in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne e in particolar modo lo stupro. Come funziona? Si tratta di una membrana plastica simile ad un preservativo da donna, e che va quindi inserito all’interno della vagina. La parte esterna, ovvero quella che viene a contatto con la vagina, è liscia, mentre la parte interna è ricoperta da protuberanze e aculei di plastica: in questo modo, se un uomo dovesse tentare di violentare una donna che indossa questo preservativo, avrà come conseguenza il pene “incollato” alla guaina, e solo chirurgicamente potrà eliminarlo. In questo modo, sarà d’obbligo recarsi in ospedale, sperando – le donne – che i medici denuncino queste persone.

I contro

Questi due metodi, sono realmente efficaci? Il mio primo pensiero è stato immedesimarmi in una di queste situazioni: cosa accadrebbe dopo l’iniezione di capsaicina? Ok, bruciore fortissimo, ma se l’aggressore meditasse vendetta?? Lo stesso vale per Rape-aXe. Sarò abbastanza veloce e scaltra per correre via? Avrò abbastanza fiato per non farmi raggiungere? Potrò sentirmi realmente fuori pericolo o dovrò temere una punizione ben peggiore, magari non di un solo uomo ma di un intero gruppo? Chi mi salverà dalle percosse? Inoltre, l’anello non potrebbe essere considerato un’arma impropria, come avviene già per il più famoso spray al peperoncino? Ma soprattutto, abbiamo così risolto il problema della violenza sulle donne? Gli interrogativi sono molti. Intanto, vanno cambiate le mentalità. O meglio, educate.

Oggetti antistupro al passo coi tempi


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