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Dì la verità: hai prenotato il biglietto per tornare a casa durante le vacanze appena le alte fonti del sapere accademico, le segreterie, hanno pubblicato il calendario delle pause. Hai chiamato mamma che si è lanciata in pantomime telefoniche degne di una commedia all’italiana per l’euforia del ritorno del pupo a casa. E come hai fatto tu, circa l’80% dei tuoi amici fuorisede. E la gran parte dei fuorisede tout court. Per quanto la gioia di incontrare amici e parenti, di goderti magari il caldo e il sole primaverile, di farti coccolare da mammà siano i primi pensieri, è necessario che qualcuno provveda ad avvertirti sulle controindicazioni del ritorno a casa. Tu intanto pensa alle camicie inamidate e alla colazione a letto.

#1 A casa ingrassi

E’ un dato di fatto riscontrato più volte dalla sottoscritta: al ritorno da una pausa più o meno lunga, ci si sente un po’ più rotondi. E lo si è. Passare dalla dieta “tonno&cereali” a “pasta all’amatriciana con guanciale fritto nel lardo e pomodori intinti nello strutto” e magari “torta preparata dalla mamma al cioccolato ripiena di cioccolato e ricoperta di cioccolato con tartufini di cioccolato” potrà sicuramente essere un toccasana per il tuo povero palato che ormai resa anestetizzato dal sapore del cibo in scatola, ma non sarà la stessa cosa per la tua linea: se al ritorno quei jeans stretti che adoravi si allacciano con difficoltà, vuol dire che la dieta d’amore ha colpito e affondato. E il ritorno alla routine sarà terribile, se consideri il ricordo delle pappe di casa.

Pausa pasquale: avvertenze preliminari

#2 A che ora torni?

Quando sei nella tua città adottiva, eccezion fatta per il tuo coinquilino che molto spesso non si ricorda della tua esistenza, e quando torni da tre giorni fuori e ti vede col borsone in mano ti chiede “dove te ne vai di bello?”, sei da solo. Dunque così come nessuno si interessa al fatto che tu abbia o meno mangiato, nessuno ti pone domande del tipo “con chi esci/dove vai/quando torni”. Tornare a casa vuol dire anche questo: sentirsi un po’ piccini. Quindi preparati a sentire papà che ti dice di tornare presto, oppure alla terza sera consecutiva che passi fuori che “QUESTA CASA NON È UN ALBERGO”. Ricordatene quando sentirai la mancanza di casa (quella che non è un albergo, non quella da cui ti sfrattano i conigli di polvere).

#3 Studio, la missione impossibile

“Oggi cosa fai?” ecco che arriva il “whatsappino” bastardo dell’amico senza tempo che ti scrive per chiederti di uscire dato che è un secolo che non vi vedete! … Dato che sai che è così, come fai a dirgli di no? E questa è solo una dei mille miliardi di fattispecie che ti vedranno coinvolto, e ti porteranno all’impossibilità, parziale o totale, di studiare. Abbandona i buoni propositi di biblioteche fin da subito: a meno che tu non prenda la macchina e vada in una biblioteca della provincia adiacente alla tua, e anche li la cosa è aleatoria, qualunque aula studio tu scelga ti ritroverai sempre qualche amico, conoscente, parente che non vedi da tempo con cui fare quattro chiacchere.. Che ti fanno perdere la giornata. E giustificare la tua insipienza al professore con la scusa del fatto che le pubbliche relazioni sono importanti… No, non funziona.

Pausa pasquale: avvertenze preliminari

#4 Terzo, quarto, quinto e sesto grado

Metti il primo piede in casa, non hai ancora fatto in tempo a poggiare la valigia che ti corre incontro mammà con una lista. Credi sia quella della spesa, e invece no: da quel momento, almeno finché non avrà esaurito le domande o le energie, inizia un interrogatorio avente ad oggetto università-amici-vita-morosino e quant’altro. Non ti conviene non rispondere se non vuoi giocarti la convivenza pacifica coi genitori. Anche se d’altra parte tutto ciò che dirai verrà usato contro di te. L’unica soluzione sembrerebbe chiamare un avvocato, ma dato che da bravo fuorisede non hai un soldo… Sei spacciato.

#5 I lavori arretrati

Dietro la patina di coccolosità di casa si cela sempre qualcosa che non hai fatto o che al momento pende in una sorta di condizione di fattibilità. In altre parole, le faccende in arretrato. Destino ineluttabile di ogni studente fuorisede è avere a che fare prima o poi con ciò che prima si sarebbe fatto poi. E che ti si ripropone come la peperonata che hai mangiato a pranzo. E sappi che i tuoi non dimenticheranno mai di ricordarti quello che avresti dovuto fare. Mai.

Tutto ciò premesso, tornare a casa ha sempre il suo perché: ed è proprio per questo che ogni tanto ci manca, nella nostra vita fuori sede: saranno le piccole attenzioni dei tuoi, sarà che gli amici “di casa” hanno sempre qualcosa da raccontarti, sarà che, se abiti in un luogo di mare o di montagna, ti rendi conto che dopo un po’ anche il panorama cittadino stanca, ed alzarti al mattino e vedere il mare è tutt’altra cosa dell’odore di concime delle 7 e mezza a Parma centro. Quindi, scappo a fare le valige: “mammà, arrivo!”

Pausa pasquale: avvertenze preliminari

Foto di: ChildofMidnightSteven S. e john.schultz

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