Prima regola del FuorisedeClub: non parlate mai di lavatrice.

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Il bucato è una delle prime grandi sfide per lo studente bamboccione, il primo capitolo di questa drammatica fiction in stile Mediaset. Io, l’impedito supremo, l’antitesi della lavandaia, un uomo per cui imparare a usare la lavatrice è stato difficoltoso come lo sarebbe il conseguimento di una laurea in ingegneria aerospaziale. Tutti quelli che, come me, erano totalmente dipendenti da mamy per quanto riguarda il magico mondo del candeggio e del ferro da stiro, avranno vissuto il mio stesso dramma. Anche perchè sono stato viziato da mia madre, che stira con certosina precisione pure la mutanda che andrà a coprire le mie pudenda e che nessuno vedrà mai… salvo interessanti risvolti erotici che, però, la mamma non prende nemmeno in considerazione per il suo bambino puro e innocente.

L’ammorbidente

Innanzitutto, ho avuto serie difficoltà nel capire quale fosse lo scomparto giusto per l’ammorbidente, ottenendo calzini essiccati come stoccafissi e magliette che raschiano senza pietà come carta vetrata: se volete, ve le presto per rimuovere le cellule morte dal viso. Addio per sempre alla supercoccolosità morbidosa, promessa dagli spot pubblicitari in cui a fare da testimonial è un tenero orsetto di peluche. Ecco: sostituite l’orsetto con istrici e armadilli e capirete cosa ho provato.

Ma, alla fine, arriva l’illuminazione: capisco dove va messo l’ammorbidente. Colto da un delirio di onnipotenza, decido di usarne un flacone intero per una singola lavatrice. Risultato: l’odore di muschio bianco si sente nel raggio di 10km da casa mia e può provocare svariati effetti collaterali, che vanno dalla nausea alle allucinazioni, fino al decesso per inalazione di gas tossici.

Se non vuoi rischiare di fare la stessa fine, clicca e leggi la nostra famosa guida all’uso della lavatrice!

Il ferro da stiro

Madre, soccorrimi! Capitolo #1: il bucato bistrattato

Mi sono sempre chiesto perché mia madre stiri pure il più scrauso dei miei calzini, mentre io li appallottolo fino a farli sembrare una cucciolata di conigli nascosta nel mio cassetto. In ogni caso, un ferro da stiro nelle mie mani, fino a qualche anno fa, sarebbe stato più utile come cazzuola o come oggetto contundente. Anche perché c’è una cosa, chiamata forza di gravità, che stira per me: io appendo a una gruccia camicie e magliette e lei, silenziosa ed efficiente, svolge tutto il mio lavoro. Rigorosamente gratis.

Dove ho imparato? Seguendo i 5 consigli per non stirare by StudentiFuori.it!

“Ma, alla fine, arriva l’illuminazione: capisco dove va messo l’ammorbidente.”

L’acchiappacolore

Madre, soccorrimi! Capitolo #1: il bucato bistrattato

Perché? Perché non ho creduto a mia madre? Perché ho dubitato di lei, quando mi decantava le inenarrabili doti dell’Acchiappacolore? Perché ho messo a lavare le lenzuola rosse con altri indumenti, pensando ingenuamente: “E’ la terza volta che le lavo, ormai non perdono più colore”? Risultato: tutte le mie mutande ora hanno una romantica tonalità rosata e hanno il potere di far diminuire il mio sex appeal del 50%.

Il bucato a mano

Madre, soccorrimi! Capitolo #1: il bucato bistrattato

Tutto sommato, il lavaggio in lavatrice ci preoccupa fino a un certo punto. D’altronde, al di là dell’oblò si appianano le differenze sociali tra gli indumenti, tanto che la mutanda di Calvin Klein si ritrova a sguazzare gioiosa nell’acqua e nel detersivo insieme ai calzini infeltriti comprati al mercato.

Ma che succede quando devi lavare a mano il maglione di lana che ti piace tanto e su cui hai versato, con grazia sopraffina, un pentolone di pasta all’amatriciana? A quel punto, ripensi con nostalgia alla mamma. Eh sì, perché, per quanto tu possa strofinare fino a farti venire i bicipiti di Sylvester Stallone, non otterrai mai il risultato che avrebbe ottenuto tua madre. Dopo aver superato la frustrazione iniziale grazie a una bottiglia di tequila, riuscirai a vedere il lato positivo della questione: con soli 80€ di cashmere, avrai ottenuto un ottimo straccio e le piastrelle del bagno splenderanno come non mai.

Se però vuoi proprio provarci… perché non segui i nostri consigli su come, cosa, quando, perché lavare a mano?

Miracoli

In conclusione, devo dire che l’esperienza da studente fuori sede mi ha reso una lavandaia piuttosto efficiente. Ma devo rassegnarmi: non sarò mai un fuoriclasse come mia madre. Probabilmente, l’illuminazione mi arriverà un po’ alla volta, a rate, come i segreti di Fatima. Basta che si sbrighi ad arrivare, o i miei calzini tenteranno il suicidio di massa.


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